Lorena Cesarini, il monologo sul razzismo al Festival di Sanremo: chi è la giovane attrice italo-senegalese

Il monologo di Lorena Cesarini è stato uno dei momenti clou della seconda serata del Festival di Sanremo 2022. La giovane attrice italiana, 35 anni, ha raccontato l’odio dei razzisti del web, i cosiddetti hater. 

Chi è Lorena Cesarini, attrice italo-senegalese 

Lorena Cesarini è nata a Dakar, in Senegal, nel 1987 da madre senegalese e padre italiano. Pochi mesi dopo la nascita si è trasferita con la famiglia a Roma, dove è cresciuta. Si è laureata in storia contemporanea, ma la sua professione è recitare. 

Per la tv ha interpretato ruoli nella serie tv targata Netflix Suburra. Il debutto al cinema risale al 2013, con il film Arance e Martello, diretto da Diego Bianchi.

All’Ariston ha portato un monologo forte contro il razzismo, che conclude tra le lacrime dopo aver letto un brano di Il razzismo spiegato a mia figlia di Tahar Ben Jelloun.

“La cosa più importante – dice – è chiedersi perché, per andare verso la libertà da frasi fatte, giudizi precostituiti, insulti, giudizi sul tram”.

Sanremo 2022, Lorena Cesarini co-conduttrice della seconda serata 

“La prima volta che mi ha visto si è messa a piangere”, ha raccontato Amadeus. “E’ perché sei tu quello che mi ha voluta qui, guardarti mi riempie di gioia”.

Quando il primo gennaio il direttore artistico l’ha chiamata, “ho avvisato subito mamma Germaine, che ora starà piangendo come una matta”. 

Dopo l’annuncio di Amadeus, “a 34 anni – racconta l’attrice sul palco dell’Ariston – scopro che non è vero che sono una ragazza italiana come tante, resto nera, fino ad oggi a scuola, all’università, al lavoro, sul tram nessuno aveva mai sentito l’urgenza di dirmelo” e invece “evidentemente per alcuni il colore delle pelle è un problema, al punto che hanno voluto farlo sapere a tutti”.

Lorena Cesarini e gli insulti social degli hater

Dopo aver letto alcuni insulti ricevuti sui social (“è arrivata l’extracomunitaria”, “l’avranno chiamata per lavare le scale”, ma “lavare le scale è un mestiere dignitoso come tanti”), “un pochino all’inizio ci sono rimasta male, poi mi sono anche arrabbiata, poi mi è passata, ma mi è rimasta dentro una domanda: perché? Perché c’è chi si indigna per la mia presenza su questo palco, perché c’è gente che ha problema con il mio colore della pelle”.

Il monologo dal libro di Tahar Ben Jelloun

“Non sono qui per darvi una lezione, non ne sarei neanche capace”, sottolinea Lorena e poi legge alcune pagine del libro dello scrittore marocchino, in cui l’autore spiega alla figlia che il razzismo “è la cosa meglio diffusa tra la gente”, ma “non ha base scientifica, perché esiste un solo genere umano, un uomo è uguale a un uomo” e “quando uno riesce a uscire dalle sue contraddizioni fa un passo verso la libertà”.
   

Gestione cookie